La strada è la mia casa
Io voglio delle forbici
affilate
per rompere il cordone
ombelicale
e barattarlo con la lunga strada
Non voglio che a nutrirmi
sia il tuo seno:
berrò latte di nuvole
e la pioggia
saprà lavarmi
e sarò sempre io,
fuggiasco da me stesso
ed ubriaco
più d’avventura che di nostalgia.
Lasciatemi due pasti
per i cani
ma una delle ciotole sia mia:
saranno sufficienti
pochi avanzi
a scongiurare fame e carestia.
E quando accenderete
verso sera
i vostri sfavillanti lampadari
mi basterà l’alone della luna
ad irradiare ancora
un sogno nuovo
nel tempo sgocciolato
a una clessidra
che capovolge logiche banali
L’inizio
è come morte naturale
La strada mi comincia
dalla fine
Rosanna
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)