Sui braccioli di una sedia
Sono stracci sui braccioli di una sedia, occhi rossi, malattia del non amore
quando ammorba senza un’eco, silenziosa, senza schianto o colpo secco di dolore.
Sono steli, fiori secchi dentro un vaso, tutta l’acqua diventata ormai vapore.
Fuori è calma, dentro scoppia il temporale, senza lampi, col soffitto che si chiude;
sono stanze silenziose come chiese sconsacrate, dalle volte misteriose,
senza musica né incenso né preghiere: solo ombre, cuori spenti le candele
*
Ti avvicini, sfiori i tasti al pianoforte, nascondiglio bianco e nero di parole
tutte avvolte nel sospiro dell’attesa, nel respiro che si stacca da una rosa
tutta bianca, delicata, senza spine.
*
Ti rispondo alla finestra che si schiude sopra l’alba al davanzale d’universo.
L’orizzonte nella luce è un libro aperto, ti avvicini:
tu non chiedermi se è amore
Rosanna[Modificato da Versolibero 11/12/2010 03:03]
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)