La frutta nell'arte

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Paola7325
00mercoledì 19 gennaio 2011 15:26

Quella che i primi caravaggeschi chiamavano “la pittura del naturale”, nasce nella seconda metà del XVI secolo.
L’odierna definizione di “natura morta” appartiene alle seconda metà del ‘700 ed è il termine con il quale
viene chiamata la rappresentazione di oggetti inanimati.
In queste pitture si cerca di affermare la presenza di una vita interiore alle cose, e per questo i frutti vengono
spesso sezionati per poterne mostrare l’interno.
Illustrare l’aspetto visivo di oggetti privi di vita spinge l’artista ad approfondire l’indagine della loro essenza interiore: il pittore scopre così una vitalità immobile ma pregnante che ne giustifica, anzi ne esige, la presenza nel mondo degli uomini.
Dal punto di vista tecnico, la possibilità di osservare con attenzione l’effetto della luce su oggetti composti
ed immobili permette un approfondimento sulle qualità luministiche della materia e sulle valenze cromatiche
delle composizioni.

L’opera che viene considerata capostipite del genere è il “Canestro di frutta” di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio: per la prima volta diviene protagonista dell’opera una cesta ricolma di frutti comuni e appena colti, come dimostra la presenza delle foglie.
Quest’opera presenta qualcosa di irrequieto: lo sfondo è infatti luminoso e solare, ma il cesto è posto in bilico sull’orlo del tavolo.
Gli acini appassiti e la mela bacata ci danno prova dell’esistenza della dimensione temporale, del mistero e quindi dell’ineluttabilità della condizione umana: il naturale, così vero e reale, ci porta quindi a riflettere sul suo opposto, il sovrannaturale. 

by Elena



Paola7325
00mercoledì 19 gennaio 2011 15:55



Michelangelo Merisi da Caravaggio, Canestra di frutta, 1596ca.  olio su tela - cm 46x64,5






Michelangelo Merisi da Caravaggio, Fanciullo con canestro di frutta, 1593-1594 

olio su tela, cm 70x67, Galleria Borghese (Roma)







Bacco di Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1596-1597             olio su tela cm95x85
elenamary
00giovedì 20 gennaio 2011 17:47

[SM=g7217] ...e Arcimboldo, non lo vogliamo citare?

Giuseppe Arcimboldo o Arcimboldi, come è nominato in diversi documenti d'archivio (Milano, 1527 – Milano, 11 luglio 1593) è stato un pittore italiano, noto soprattutto per le sue grottesche "Teste Composte", ritratti burleschi eseguiti combinando tra loro, in una sorta di Trompe-l'œil, oggetti o cose dello stesso genere (prodotti ortofrutticoli, pesci, uccelli, libri, ecc) collegati metaforicamente al soggetto rappresentato, in modo da desublimare il ritratto stesso.

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Paola7325
00giovedì 20 gennaio 2011 17:51
Cara Elena, aspettavo che lo nominasse Keko [SM=g7350]

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