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Io ero un corpo: un corpo ammalato da guarire.
E avevo un bel dire: ma io sono anche una mente, forse sono anche uno spirito
e certo sono un cumulo di storie, di esperienze, di sentimenti, di pensieri ed emozioni
che con la mia malattia hanno probabilmente avuto un sacco a che fare!
Nessuno sembrava volerne o poterne tenere di conto.
Neppure nella terapia.
Quel che veniva attaccato era il cancro, un cancro ben descritto nei manuali,
con le sue statistiche di incidenza e di sopravvivenza, il cancro che può essere di tutti.
Ma non il mio!
L’approccio scientifico, razionale che avevo scelto faceva sì che il mio problema di salute
fosse più o meno quello di un’automobile guasta che, assolutamente indifferente alla prospettiva
di essere rottamata o accomodata, viene affidata a un meccanico, e non il problema di una persona che, coscientemente, con tutta la sua volontà, intende essere riparata e rimessa in marcia.
A me come persona, infatti, i bravi medici-aggiustatori chiedevano poco o nulla.
Bastava che il mio corpo fosse presente agli appuntamenti che loro fissavano per sottoporlo ai vari “trattamenti”

Tiziano Terzani, da Un altro giro di giostra, Longanesi & C. pag.15.




Tiziano Terzani: lettere contro la guerra.

Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare,
senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così,
e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi
come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo
dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come
sarebbe averlo nel presente. Ma non c'è più.