OCEANOINFIAMME, 06/01/2010 18.13:
La poeia la "sento nel suo totale Rosanna, anche se le parti che riporto, e sopratutto quelle in evidenza, mi rombombano dentro, ma non riesco ad andare oltre le righe, a leggre tra di esse il significato profondo della poesia, mi sa che sto invecchiando.
Carmè
Carmè non c'è molto da cercare fra le righe, spero si capisca che non è autobiografica: immagino una ragazza che in un primo momento guarda all'esterno e sente il suo isolamento, mentre osserva le cose nella sua visuale sconsolata; successivamente, a "parlare" sono gli oggetti che la circondano dentro casa, tuttavia è un dialogo muto perché sente la mancanza di una figura paterna, di colui che l'ha messa al mondo ma non l'ha cresciuta, anzi, l'ha abbandonata da piccola, e, come se nulla fosse, vive la sua vita dalla duplice facciata... però la sua brillante carriera di giudice è solo un alibi per sentirsi un signore ineccepibile; ma fino a quando potrà non sentire quel morso nella carne e dentro l'anima, per aver abbandonato sua figlia in tenera età?
Ecco, con queste righe volevo evocare una storia del genere, non comune ma neanche rara, conflittuale se si considera che il giudice più implacabile è la propria coscienza.
Ciao,
grazie per il rim-bom-ba-men-to dei versi scelti
[Modificato da Versolibero 08/01/2010 23:18]
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)